giovedì 11 giugno 2015

Fecondazione eterologa, siamo un popolo di importatori?




"Siamo un popolo di importatori. Di gameti. Da quando l’eterologa – la tecnica di fecondazione artificiale che prevede l’impiego di ovociti o spermatozoi di donatori estranei alla coppia – è stata liberalizzata dalla Corte Costituzionale, alle dogane degli scali nazionali è un gran via vai di ovociti e liquido seminale congelati, ordinati all’estero. I nostri centri ne sono sprovvisti perché gli italiani non possiedono slancio solidale, non sono preparati. L’alternativa, dunque, è lo «shopping» all’estero. Nei primi cinque mesi dell’anno sono così arrivati 855 contenitori delle preziose cellule riproduttive congelate: 441 con liquido seminale, 315 con ovociti (ciascuno contenente tre uova) e 99 con embrioni. Contenitori destinati in tutto a 420 coppie.
I dati li ha presentati a Napoli Giulia Scaravelli, responsabile del registro sulla procreazione medicalmente assistita all’Istituto Superiore di Sanità, ai medici del congresso della Società Italiana di Andrologia (la Sia) presieduto da Giorgio Franco.
Sono nati bambini? I giornali hanno riportato la notizia di un’unica nascita «eterologa», presso la clinica Alma Res di Roma. Ma in questo caso si è trattata di una storia made in Italy, grazie a una studentessa che si è offerta volontaria e ha acconsentito al prelievo dei suoi ovociti. Altre gravidanze sono in corso. All’ospedale pubblico di Cortona, Asl di Arezzo, sono stati eseguiti 36 impianti di eterologa, altri 32 in calendario. Nascite attese entro l’estate al centro European Hospital di Roma, diretto dall’andrologo Ermanno Greco: «Da noi la percentuale di successo con donazioni maschili è del 37%. Preferiamo che sia il paziente ad occuparsi dell’importazione. Attenzione però, molte eterologhe si potrebbero evitare con una valutazione più meticolosa della causa di infertilità, cercando alternative»."

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