venerdì 10 luglio 2015

Infertilità e medico di base: ruolo ancora marginale










"Solo il 3,7% delle coppie infertili si rivolge al Centro di PMA inviato dal proprio Medico di Medicina Generale (MMG); il 18,6% ci arriva grazie al ginecologo o all’andrologo. Internet e TV assumono un ruolo fondamentale, che si attesta al 30%, mentre è il passaparola l’elemento che pesa maggiormente nell’orientare la coppia verso il Centro, con una percentuale pari al 37,6% dei pazienti. “Il medico di medicina primaria – sottolinea il Dottor Antonino Guglielmino, Presidente del Congresso e Direttore dell’Istituto di Medicine e Biologia della Riproduzione UMR/HERA – è una figura fondamentale nell’orientare e sostenere la coppia infertile. I pazienti, infatti, nella maggior parte dei casi arrivano ai centri di PMA disorientati, privi di esami o con un numero eccessivo di indagini inutili, senza diagnosi e, soprattutto, in ritardo rispetto all’età della donna. C’è bisogno di un medico di riferimento sul territorio che migliori il rapporto tra la coppia infertile e il Centro PMA, fornendo supporto e consulenza durante l’intero percorso diagnostico-terapeutico. Ciò consentirebbe di effettuare diagnosi e cure tempestive, risparmiando tempo prezioso”. Gli esperti riuniti a Catania hanno stilato un decalogo per definire il ruolo del medico primario nella gestione della coppia infertile: principi condivisi alla base delle prossime Linee Guida per un modello organizzativo territoriale prodotte dalle Società Scientifiche e dagli Ordini Professionali di riferimento. “La fertilità – afferma Domenico Grimaldi, Professore a contratto di Medicina di Famiglia presso l’Università di Catania, Segretario provinciale e Vicepresidente regionale Fimmg - va posta al centro della politica sanitaria nazionale."


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